Storicamente. Laboratorio di storia

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Silvia Franchini, Monica Pacini, Simonetta Soldani, Giornali di donne in Toscana. Un catalogo, molte storie (1770-1945)

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Giornali di donne in Toscana rappresenta – come sottolinea Simonetta Soldani – un «catalogo un po’ anomalo» (p. 38). I due volumi che compongono l’opera, accanto a un’accurata schedatura delle testate giornalistiche di e per le donne in Toscana, evidenziano alcuni dei tratti distintivi del più generale rapporto tra scrittura femminile e stampa periodica tra il 1770 e il 1945.

I criteri di classificazione adottati dalle singole schede richiamano quelli della Bibliografia dei periodici femminili lombardi (1786-1945) pubblicata nel 1993 e citata più volte come preziosa occasione di scambio e di confronto. La ricerca dedicata ai periodici toscani li utilizza tuttavia in una prospettiva rinnovata.

Un primo elemento indicativo di questa diversa impostazione è la preferenza accordata, nella presentazione delle testate, al criterio cronologico rispetto a quello alfabetico nell’intenzione di cogliere immediatamente i contesti e di ricostruire le reti di relazione esistenti dietro le singole esperienze editoriali intese «come imprese collettive degli uomini e delle donne che li realizzavano» (p. 8). «L’asse delle riflessioni e degli studi» si sposta così dalla «diffusione delle idee tramite la stampa» alla «storia sociale della comunicazione con più protagonisti (promotori, stampatori, pubblico, mezzi di comunicazione ecc.)» (p. 7).

Un secondo fattore di novità è rappresentato dalla scelta di dare conto anche delle testate delle quali non si è rinvenuto alcun esemplare. In questo caso le informazioni raccolte nella scheda catalografica sono il frutto di un’indagine sulla ricezione di alcune esperienze editoriali testimoniate dalla stampa coeva e da fondi archivistici (quali, ad esempio, il fondo Censura per gli anni 1814-1847 presso l’Archivio di Stato di Firenze). Tale operazione consente di mettere in evidenza uno dei caratteri intrinsecamente connessi alle scritture femminili ovvero quello che Fabiana Cacciapuoti nel 2004 ha definito con l’espressione di «visibilità negata». È avvenuto spesso cioè che biblioteche e archivi abbiano relegato gli scritti su, per, e di donne in secondo piano fino a causarne talvolta la perdita irreversibile. Il catalogo propone, al contrario, un aggiustamento delle gerarchie di rilevanza delle fonti affinché anche la stampa periodica femminile divenga uno strumento di studio del modo con il quale le donne sono entrate in contatto con la modernità.

Un ultimo aspetto su cui vale la pena soffermare l’attenzione è la scelta di includere nella ricerca una serie di pubblicazioni che, per una periodicità incerta, poteva a giusto titolo rimanere esclusa. È il caso degli almanacchi, fenomeno editoriale che tanta fortuna conobbe presso le donne nel contesto toscano fino a seconda guerra mondiale inoltrata, ma che è stato fino ad oggi poco studiato e del quale il repertorio mette a disposizione una difficile ma riuscita ricostruzione. I bei saggi introduttivi delle curatrici e i profili sintetici dedicati alle 175 testate censite confermano il carattere interpretativo più che bibliografico dell’opera. Va infine segnalato lo spazio dedicato alla letteratura sulla stampa periodica femminile in generale e con particolare riferimento ai giornali schedati nei volumi, che rappresenta un prezioso punto di partenza per chi intende iniziare una ricerca sull’argomento.