Storicamente. Laboratorio di storia
Solidarietà e mutuo soccorso
La nazione francese da tempo è attanagliata da un male profondo. […] la rivoluzione di febbraio ha consacrato il principio del diritto al lavoro e ha riconosciuto che era giusto che i guadagni risultanti dai prodotti appartenessero ai lavoratori; alcuni di essi, confidando nelle promesse così affermate vorrebbero riprendere il lavoro solo quando tali promesse saranno realizzate. Da parte sua la borghesia ha creduto che non fosse cambiato niente a parte il termine Repubblica al posto di Monarchia. Ha dunque pensato che gli operai erano e sarebbero stati sempre macchine per la produzione e che sarebbero stati diretti come in passato. […] Per il popolo che comincia a vedere la luce c’è ancora tutto da fare e comprendendo la sua situazione c’è da temere che s serva di un’arma che potrebbe diventare mortale per i suoi nemici, il RIFIUTO DEL LAVORO. Di qui gli scioperi che, come il mare, hanno i loro flussi e riflussi. Nel momento in ci scriviamo, le ferrovie del Nord e di Orléans, i calzolai, i cuoiai, i cappellai, ecc., ci manca lo spazio per indicarli tutti, fanno SCIOPERO. […] I capi dell’industria, i capitalisti, tutti quelli che possiedono o vogliono possedere hanno compiuto tutto il loro dovere verso uomini che hanno versato il loro sangue sulle barricate senza essere spinti da altri motivi se non il DIRITTO? Hanno forse seguito l’esempio che diamo loro, hanno cercato di far tacere solo per un minuto i loro istinti egoistici? Sanno quanto coraggio e quanta virtù sono necessari, a noi, per resistere alla fame, che è sempre una cattiva consigliera? No! E adesso che fanno? Calunniano impudentemente tutti coloro che si votano agli interessi generali, irridono sdegnosamente le ragioni che vengono loro opposte, i reclami loro indirizzati, chiudono lo loro anime, che pure come le nostre emanano da Dio e rispondono solo con delle ingiurie.
Che cosa succederà? L’iniquità prevarrà sul diritto? No! I lavoratori saranno condannati a rientrare nei loro laboratori senza che venga loro concessa una retribuzione migliore? Devono subire le condizioni che vengono loro imposte? No! Dovranno usare la violenza per dividere i prodotti che hanno creato?
A questa domanda che non riusciamo a porre senza fremere, ci sentiamo spezzare il cuore perché sappiamo che cos costa intraprendere una lotta e subirne le conseguenze. Scendendo dentro noi stessi ci chiediamo se ciò che è vero e giusto sarà eternamente misconosciuto. Ma, lo diciamo anche senza ira né amarezza, temiamo che il male prodotto dagli SCIOPERI si accresca se gli uomini che sono al potere, le grandi industrie non capiranno quel è il loro autentico ruolo. […] A tutte queste apprensioni, a questi timori che all’improvviso potrebbero diventare delle realtà, c’è un solo e unico rimedio: l’ASSOCIAZIONE.

Pierre Vinçard, cit. in M.G. Meriggi, L’invenzione della classe operaia, 158-59.