Storicamente. Laboratorio di storia

Dossier

Premessa a L’Italia e il blocco sovietico fra antagonismo politico e cooperazione economica

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I saggi del dossier presentano quattro ricerche, sviluppatesi autonomamente negli ultimi anni ma legate da un intreccio di tematiche e visioni interpretative comuni, il cui obiettivo è di contribuire al rinnovamento tematico e metodologico della ricerca sulla guerra fredda e la posizione dell’Italia nel sistema internazionale postbellico, che rappresenta una tematica centrale per lo studio dell’Italia contemporanea, un paese profondamente diviso che si trovò dopo il 1948 in prima linea nel confronto ideologico Est-Ovest, del quale ebbe a soffrire ma anche a beneficiare per decenni. I saggi che sottoponiamo all’attenzione del lettore spaziano dall’indagine delle relazioni internazionali alla storia politica ed economica e si concentrano sulle strategie italiane di adattamento agli equilibri della guerra fredda.

Due saggi sono dedicati all’Europa centro-orientale: Stefano Santoro analizza in chiave comparativa i rapporti fra i partiti comunisti italiano, romeno e polacco dagli anni Cinquanta al 1989, mentre Stefano Bottoni esamina la peculiare cooperazione venutasi a creare dopo il 1948 fra l’Italia e l’Ungheria comunista nel settore agro-alimentare e zootecnico.

Gli altri contributi riguardano i complessi rapporti con l’Unione Sovietica. Valentina Fava esplora il ruolo della società Novasider, piccola impresa torinese del comparto meccanico che svolse negli anni Sessanta e Settanta un insostituibile ruolo di mediazione commerciale e politica tra la Fiat, che aveva iniziato a investire in Unione Sovietica, e le autorità locali: l’azione dell’amministrazione americana e della Novasider furono infatti determinanti nel consentire alla Fiat di battere l’agguerrita concorrenza francese e tedesca per il promettente mercato sovietico.

Alessandro Salacone analizza le interazioni politiche ed economiche fra la dirigenza sovietica e la nuova classe politica italiana del centro-sinistra nel decennio 1958-1968, al cui interno un ruolo di primo piano fu giocato dai rapporti commerciali, in particolare fra l'italiana ENI e gli enti sovietici per le risorse energetiche.
Come emerge dalle ricerche presentate, la sfera economica – declinata non solo in termini di rapporti commerciali, ma anche di cooperazione tecnologica – costituisce un’interessante cartina di tornasole per analizzare finalmente nella sua complessità la fitta trama di relazioni intercorse fra l’Italia e "l’altra Europa” rappresentata dal blocco sovietico. Quali strategie di adattamento al peculiare „mercato” socialista elaborò e fece propria la classe politica e imprenditoriale italiana? E sull’altro versante, quale evoluzione incontrò l’immagine e la presenza politica ed economica dell’Italia su uno scacchiere geopolitico nel quale il nostro paese coltivava ambizioni sin dal periodo interbellico?

Siamo convinti che una reinterpretazione critica del complesso ruolo italiano durante la guerra fredda passi inevitabilmente dallo spoglio di nuove fonti, per lo più provenienti dai paesi dell’ex blocco sovietico, i cui archivi sono oggi liberamente accessibili ed offrono una documentazione di assoluto valore sul passato recente del nostro paese, e speriamo che queste e altre ricerche in corso possano contribuire ad arricchire il dibattito storiografico sulla collocazione internazionale del nostro paese nel secondo dopoguerra.