Storicamente. Laboratorio di storia
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L'enfasi morale con cui Kennedy aveva dipinto l'impegno militare statunitense in Vietnam avrebbe in qualche modo "bruciato i ponti" per gli Stati Uniti: ritirarsi dal Sud-Est asiatico sarebbe infatti equivalso a una promessa mancata, alla rinuncia ai valori per cui si era giustificata l'iniziativa, al tradimento di principi universali. Inoltre, l'enfasi posta sulla competenza e sulla necessità di informazioni corrette per operare scelte di politica estera avrebbe inevitabilmente squalificato la figura del presidente in caso di fallimento della strategia militare degli Stati Uniti. Una politica fallimentare giustificata sulla base della competenza e della conoscenza era destinata a mettere in dubbio la competenza del presidente, o a farlo apparire poco affidabile se il pubblico aveva l'impressione che conoscesse i fatti, ma non li avesse pubblicizzati. È quanto accadde a Lyndon Johnson, accusato dalla stampa di avere un credibility gap legato alla differenza tra i toni positivi e ottimistici con cui il presidente parlava della guerra e la realtà della situazione in Vietnam. Nel caso di Richard Nixon, la diffusione dei "Pentagon Papers", che rivelavano i piani segreti degli Stati Uniti nella regione, mise in luce l'inaffidabilità del presidente e la falsità delle affermazioni di principio con cui veniva giustificata la guerra.