Storicamente. Laboratorio di storia
«La canzone come arma»
In quel luglio ’60 Amodei svolgeva il servizio militare, in veste di soldato semplice, a Montorio Veronese.

Si era in stato d’allerta – scrive Amodei – e avevamo l’ordine di tenere in camerata, a capo del letto, il nostro fucile, pronti a intervenire in funzione di ordine pubblico. Furono giorni orribili perché la prospettiva di essere impegnato in uno scontro di piazza contro manifestanti di cui condividevo appieno le opinioni mi sconvolgeva. Per poter dire qualcosa, in una situazione come quella di caserma in cui non si poteva neppure immaginare di svolgere attività politica, composi questa canzone. [Jona e Straniero 1995, 116]
Lo stesso Liberovici era cosciente del valore della «canzone come arma. La convinzione che, in particolari momenti, può essere più efficace una stornellata che un comizio, un giudizio critico, una parola d’ordine sintetizzati nel giro di un facile ritornello che un manifesto murale». [Jona e Straniero 1995, 25]