Storicamente. Laboratorio di storia
Aborto negli Stati Uniti (Usa)
Negli Stati Uniti l’aborto, legalizzato nel gennaio 1973 grazie alla sentenza della Corte suprema “Roe vs Wade” – secondo la quale la decisione d’interrompere una gravidanza deve essere presa nell’ambito di una relazione privata tra medico e paziente- è stato immediatamente messo in discussione da una serie di leggi federali. Nel 1973, l’emendamento Church – dal nome di un senatore democratico dell’Idaho, Frank Church – permette a organizzazioni o individui che ricevono finanziamenti dallo stato federale di rifiutare di praticare l’Ivg per motivi morali e religiosi. Nel 1977, l’emendamento Hype proibisce l’uso di fondi federali per finanziare l’aborto, salvo in caso di stupro o incesto, o anche per salvare la vita della madre. Il finanziamento dell’Ivg dipende ormai interamente dalla disponibilità degli stati federati. Nel 1989, questi ultimi sono stati autorizzati dalla Corte suprema a restringere l’accesso all’Ivg. Ma è nel corso degli anni ’80 e ’90 che la lobby anti-Ivg americana si organizza e riesce a riportare vittorie decisive, anche facendo ricorso alla violenza. Negli anni ’80, i gruppi anti-Ivg hanno moltiplicato le azioni commando contro i centri di planning familiare. Negli anni ’90, la situazione è peggiorata: sono stati registrati sette assassinii e diciassette tentati omicidi, fino ad obbligare lo stato federale a reprimere severamente qualsiasi tentativo di intimidazione nei confronti dei medici e dei loro pazienti. Eppure, la legge del 1994 che garantisce il libero accesso ai centri Ivg (Freedom of Access to Clinic Entrances Act) non ha avuto l’effetto dissuasivo sperato.
Il 22 gennaio 1995, nel corso dell’annuale manifestazione intitolata “Marcia per la vita” che si svolge a Washington, uno dei gruppi anti-Ivg, l’American Coalition of Life Activists, ha esposto un cartello che, sotto la scritta: “Colpevoli di crimini contro l’umanità”, elencava nomi e indirizzi di tredici “abortisti”, che, da quel momento, sarebbero stati costretti a vivere sotto protezione permanente della polizia. Inoltre, la maggior parte delle assicurazioni private americane non si fa carico né della contraccezione né dell’aborto [A. Daguerre, Minaccia al diritto d’aborto, «Le monde Diplomatique» – edizione italiana allegata a «il manifesto», 18 gennaio 2008 [disponibile anche al link:
http://www. monde-diplomatique. it/ricerca/ric_view_lemonde. php3?page=/LeMonde-archivio/Febbraio-2008/0802lm01. 02. html&word=daguerre;aborto].