Storicamente. Laboratorio di storia
Le cosiddette “cantine” o baracche
…all’arrivo ci portarono in una cantina,  perché loro avevano delle cantine, dei dormitori e ti servivano anche da mangiare, là dentro, un lettino con un materasso, due coperte, era grezzo un bel po’, la pulizia non c’era, c’era una stufa per potersi fare da mangiare da soli, ma io se restavo in quella baracca andavo a finire in Italia, ci davano gli spaghetti incollati, non si staccavano l’uno dall’altro, bianchi, non c’era niente ne’ l’olio, ne’ l’aglio, ne’ il pepe, niente…

…la mia prima sistemazione è stata a Zwartberg in un campo di baracche fatto ad H, e ogni mese dalla busta paga veniva ritirato il vitto e l’alloggio. Nel corridoio centrale c’erano dei grandi fornelli per potersi cucinare, poi c’erano tre camerate per 25 persone e una quarta per 16. Un giorno di agosto un temporale improvviso si è portato via il tetto della baracca ed è entrata dentro tutta l’acqua, così mi sono preso la bronchite…

…così è venuto qua a Winterslag, i primi giorni stavano all’hotel, così li chiamavano, ma erano casermoni con tutti ‘sti giovanotti, tutti senza moglie. C’era una grande cucina e lì dovevano prepararsi da mangiare loro da soli e mio padre per lavorare gli dava giù ma per cucinare, eh eh, c’aveva due mani sinistre, non sapeva cuocere un uovo in un tegamino… Diceva che là davano della zuppa, sarebbe minestra, ma con la minestra non si teneva un sacco in piedi eh eh eh…

Intervista a Parroni Virgilio, effettuata da Verdini Lilith il 9-12- 2004.

Intervista a Ciofi Sante, effettuata da Verdini Lilith il 21-11-2004.

Intervista a Barbadoro Franco, che ricorda l’esperienza del padre, effettuata da Verdini Lilith il 21-11-2004.