Storicamente. Laboratorio di storia
Un «nuovo consenso» fra gli studiosi del fascismo?
Un «nuovo consenso» fra gli studiosi del fascismo?

L’idea secondo cui fra gli studiosi del fascismo si sarebbe formato un «nuovo consenso», dopo decenni di accese dispute e polarizzazioni, è stata avanzata da Roger Griffin sul finire degli anni novanta e in seguito ripetutamente difesa [1], chiarendo che non si tratterebbe di unanimità interpretativa, quanto piuttosto di convergenza su alcuni assiomi ormai consolidati; primo fra tutti il riconoscimento della natura mitico-palingenetica dell’ideologia fascista, che è alla base delle tesi sostenute dallo stesso storico inglese. Tanto che tenderebbe a fornire letture del fascismo convergenti, se non coincidenti, pure chi (come Paxton) ha espresso dubbi sull’esistenza di tale «consenso» e/o critiche all’approccio di Griffin [2].
In effetti, come ha annotato anche Alessandro Campi introducendo una rassegna di interpretazioni messe a punto da studiosi di varia nazionalità (fra i quali gli stessi Paxton e Griffin), i più recenti studi sul fascismo spesso concordano su una serie di punti acquisiti [3]. Ciò non toglie, tuttavia, che l’espressione «nuovo consenso» rischi di far apparire univoco un panorama storiografico che univoco non è. Se vari aspetti della ricerca storica sul fascismo sono ormai condivisi, rimangono sostanziali divergenze sia dal punto di vista metodologico che da quello interpretativo. Il fascismo in azione di Paxton ne offre un esempio.

Note

[1] Si veda in particolare R. Griffin (ed.), International Fascism. Theories, Causes and the New Consensus, London, Arnold, 1998; Id., The Primacy of Culture: The Current Growth (or Manufacture) of Consensus within Fascist Studies, «The Journal of Contemporary History», 37/1 (2002), 21-43.

[2] Cfr. R. Griffin, Introduction: God’s Counterfeiters? Investigating the Triad of Fascism, Totalitarianism and (Political) Religion, in Id. (ed.), Fascism, Totalitarianism and Political Religion, London/New York, Routledge, 2005, 1-31.

[3] Cfr. A. Campi, Introduzione, in Id. (a cura di), Che cos’è il fascismo?, Roma, Ideazione, 2003, IX-LXX.