Storicamente. Laboratorio di storia
Unità operaia

I comitati di unità operaia (Delavska enotnost-Unità operaia) si iniziarono a formare all’inizio del 1943 anche a seguito della decisione dei comunisti italiani di collaborare con i comunisti sloveni ad una comune lotta contro gli occupatori nazifascisti e per la costituzione, a guerra finita, di uno stato socialista [cfr, B. C. Novak, Trieste 1941-1954, Milano, Mursia, 1996, 68]. I comitati di unità operaia, che collaborano con la Resistenza jugoslava, erano formazioni clandestine composte per lo più da operai italiani e sloveni della Venezia Giulia e in particolare lavoratori dei cantieri di Trieste, Monfalcone e Fiume. A metà del 1944, nell’area di Trieste, l’organizzazione di Unità operaia venne affidata a Franc Štoca “Rado”. Venne creato un comitato circondariale che avrebbe coordinato e guidato l’intera attività “fondata sul denominatore comune della lotta contro il nazifascismo e della cosiddetta “fratellanza italo-slava (slovena)” e avrebbe indirizzato il lavoro dei comitati di fabbrica e dei comitati rionali.
In una prima fase Delavska enotnost-Unità operaia (De-Uo) si preoccupò principalmente della raccolta di armi e approvvigionamenti per inviarli ai partigiani che combattevano in montagna. Successivamente, quando divenne chiaro che la guerra volgeva al termine e che presto i combattimenti si sarebbero spostati in città, tutti i materiali raccolti vennero utilizzati per rafforzare le forze di Resistenza cittadine. De-Uo, inoltre, organizzò nelle fabbriche e in alcune aree periferiche dei propri battaglioni di combattenti pronti a intervenire al momento della cacciata delle truppe occupanti.

M. Pahor, Sloveni e italiani insieme nella liberazione della città di Trieste. L’azione militare del Comando città di Trieste e di Unità operaia, «Qualestoria», 34/1(2006), 77-78.