Storicamente. Laboratorio di storia
L’intervista di Leone XIII rilasciata a «Le Figaro»
Nell’agosto del 1892 Leone XIII rilascia alla giornalista francese Séverine un’intervista sulla questione dell’antisemitismo, che appare su «Le Figaro» il 4 agosto 1892 e, tradotta in italiano, sulla «Voce della Verità» di Roma (Madame Séverine a Roma, 7-8 agosto 1892, 1). Esprimendosi in termini elusivi, il papa finisce per non prendere una netta posizione in merito alla lotta contro gli ebrei: pur escludendo la liceità di «guerre di religione» e «di razza», ricorda la protezione offerta agli ebrei nel ghetto dalla Chiesa - «madre indulgente», tutta «mitezza e amor fraterno» - precisando però che essa non può preferire ai suoi figli «pii e ferventi», gli «empi» che la rifiutano e che sono «il suo cordoglio, la sua piaga». In contrasto con l'epoca del ghetto, il pontefice tratteggia poi il quadro dell’attualità, in cui la Chiesa, che difende gli oppressi, «ha pure missione di difendere se stessa contro ogni tentativo di oppressione. Ed ecco che, dopo tanti flagelli, è venuto il regno del denaro». Le espressioni «empi», «regno del denaro», «oppressione», non possono non evocare immediatamente, ai lettori sia francesi che italiani, gli ebrei e l'ebraismo, che in tali termini sono continuamente dipinti dalla propaganda antiebraica di diversi giornali. Nel complesso Leone XIII sembra proporre lo schema della giusta difesa contro chi «vuole vincere la Chiesa e dominare il popolo col danaro», e le ultime parole prima di cambiare discorso sono: «Né la Chiesa, né il popolo lasceranno fare». Singolari le interpretazioni, coeve e successive, che hanno visto nelle parole del pontefice una condanna dell'antisemitismo. Non a caso proprio il giornale di Albertario si affretta a smentirle, sostenendo che «il colloquio di Séverine col papa fu travisato quasi da cima a fondo» (Dispacci e informazioni particolari dell'Osservatore Cattolico, «L’Osservatore Cattolico», 8-9 agosto 1892, 3). Travisamenti dovuti alla “solita” malafede liberale: «Quello che specialmente fermò la nostra attenzione è stato il tentativo di far credere che il Santo Padre avesse espresso delle idee contrarie all'anti-semitismo. Or bene, anche stando alla versione della Séverine, il Papa non ha espresso l'animo suo in proposito» (Notizie dal Vaticano, «L’Osservatore Cattolico», 9-10 agosto 1892, 1). Si nota infine, e non a torto, che Leone XIII «rispose in termini generali» e «non profferì parola che possa dirsi un giudizio nuovo sui fatti attuali»; quindi il punto fermo, per il giornale milanese, è che in realtà il papa «non entra affatto nella vertenza semitica» (Il Papa e l'antisemitismo – L'udienza alla Séverine, «L’Osservatore Cattolico», 11-12 agosto 1892, 1). Su questo controverso episodio cfr. [Miccoli 1996]; più in generale, sull’atteggiamento della Santa Sede verso l’antisemitismo tra Otto e Novecento, cfr. [Miccoli 1997].