Storicamente. Laboratorio di storia
Già nella postilla, firmata Il Comunista, all’articolo di Niccolini I Comitati di fabbrica («Comunismo», 15-31 dicembre 1919, 407), Serrati chiariva che

«molti compagni hanno fatto una certa confusione tra i Soviety – organi politici ed istrumenti del Governo a rivoluzione trionfata – ed i comitati di fabbrica – organi tecnici della produzione e dell’ordinamento industriale – i quali, come istrumento di educazione e di avviamento, possono anche iniziare l’opera propria in periodo prerivoluzionario».

In un lungo articolo comparso nel marzo, il direttore dell’«Avanti!» ribadiva poi questa differenziazione e l’importanza del Partito:

«il movimento di organizzazione economica della classe produttrice (Sindacati, Camere del Lavoro, consigli di fabbrica) [doveva] essere vigilato, spronato, indirizzato dal movimento politico socialista [...]. Istrumenti di questo movimento politico sono, come nuclei primi, le sezioni socialiste, come nuclei di più diretta presa di possesso del potere politico i soviet, cioè i consigli degli operai, dei contadini e dei soldati, i quali consigli – costituiti in ogni località ove si combatte la lotta di classe – debbono avvicinare il proletariato all’esame dei problemi concreti realizzatosi mediante lo studio delle immediate e delle lontane necessità della organizzazione comunista.» [n.f. (G.M. Serrati), I Soviety in Italia, «Comunismo», 1-15 marzo 1920, 759-761].