Storicamente. Laboratorio di storia

Insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche

Si prenda come esempio il lavoro che ha portato alla giornata di convegno dell’11- 12 dicembre 2008, tenutasi presso l’Università degli Studi di Perugia, Facoltà di Scienze della Formazione, relativa al Corso di Laurea in Scienze dell'Educazione e al Corso di Laurea Magistrale in Consulenza Pedagogica e Coordinamento di Interventi Formativi, sul tema L'istruzione religiosa nell'Europa delle differenze, Per una via italiana, che ha avuto come esito un manifesto programmatico in 7 punti. Tra i contributi scritti, si farà riferimento al volume curato da L. Pedrali (a cura di), È l’ora delle religioni. La scuola e il mosaico delle fedi, Bologna, Emi, 2002e a N. Pagano, Per una “storia delle religioni”. Un’alternativa laica all’ora di religione nella scuola pubblica, Claudiana, Torino 2006. In questo studio l’autore presenta il tema dell’insegnamento della religione cattolica, delle alternative laiche e i problemi collegati. Nell’estate del 2009 il dibattito si è nuovamente acceso in seguito alla lettera sull’insegnamento della religione nella scuola, del 5 maggio 2009. Per il testo completo cfr. www.vatican.va. Un altro episodio importante è stata la sentenza del TAR del Lazio: con sentenza n. 7076 del 17 luglio 2009 il Tar del Lazio ha accolto due ricorsi proposti per l’annullamento delle Ordinanze ministeriali emanate dall’allora Ministro P. I. Fioroni per gli esami di Stato del 2007 e 2008 che prevedevano la valutazione della frequenza dell’insegnamento della religione cattolica ai fini della determinazione del credito scolastico, e la partecipazione “a pieno titolo” agli scrutini da parte degli insegnanti di religione cattolica.

Il TAR ha affermato che “l’attribuzione di un credito formativo ad una scelta di carattere religioso degli studenti e dei loro genitori, quale quella di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche, dà luogo ad una precisa forma di discriminazione, dato che lo Stato Italiano non assicura identicamente la possibilità per tutti i cittadini di conseguire un credito formativo nelle proprie confessioni ovvero per chi dichiara di non professare alcuna religione in Etica Morale Pubblica”. I ricorsi sono stati promossi a partire dal 2007 da alcuni studenti e studentesse con numerose associazioni laiche e confessioni religiose non cattoliche (elenco completo a fine comunicato) coordinate dalla Consulta Romana per la Laicità delle Istituzioni e dall’Associazione “per la Scuola della Repubblica” ed assistite dagli Avvocati prof. Massimo Luciani, Fausto Buccellato e Massimo Togna. Ad esse il TAR ha riconosciuto la richiesta “di tutela di valori di carattere morale, spirituale e/o confessionale che […] sono tutelati direttamente dalla Costituzione e che quindi come tali non possono restare estranei all’alveo della tutela del giudice amministrativo”. Dopo una dichiarazione del ministro Gelmini sulla questione dell’insegnamento della religione cattolica è stata confermata l'equiparazione dei docenti di religione ai colleghi delle altre materie ai fini dell'assegnazione dei crediti scolastici attraverso il regolamento per la valutazione degli alunni pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 19 agosto, regolamento che supera il ricorso del Tar. Il primo risultato è stata la composizione dei consigli di classe chiamati a svolgere gli esami di riparazione ai primi di settembre 2009 che ha compreso anche i docenti di religione.