Storicamente. Laboratorio di storia

Tecnostoria

Centenario della Prima guerra mondiale: la Grande guerra in digitale

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Intervista a Gustavo Corni

In occasione del centenario della Grande guerra, il progetto www.lagrandeguerrapiu100.it offre contenuti storici, documenti, immagini d’epoca, infografiche e rielaborazioni artistiche di eventi o protagonisti della Prima guerra mondiale, strutturati all'interno di un calendario web a cadenza mensile. Promosso dal Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Trento, il progetto è stato realizzato da un gruppo di lavoro interdisciplinare coordinato dal prof. Gustavo Corni.

Professor Corni, cosa vi ha spinto a elaborare un progetto digitale sulla Prima guerra mondiale?

Il centenario ha sicuramente incentivato la realizzazione di siti d’ogni tipo dedicati, in modo più o meno diretto, alla Grande guerra. Una rapida scorsa alle offerte sul mercato digitale, peraltro del tutto incompleta, mette in evidenza come molto spesso questi siti abbiano un approccio delimitato a un singolo aspetto della guerra (come la guerra di montagna o il Carso), a un corpo (gli alpini, soprattutto) o a singoli eventi. La gran parte dei siti, poi, si concentra sulla guerra italiana. Un po’ tutti i siti – anche quelli realizzati con maggiore cura – sono caratterizzati dalla compresenza di elementi messi alla rinfusa. Così, il sito di Raistoria, ricchissimo di materiali video, consente al fruitore di scorrazzare su e giù lungo la linea del tempo, senza alcun filo logico e cronologico. Il sito www.lagrandeguerrapiu100.it ha un’impostazione differente, che a nostro avviso rispecchia con maggiore fedeltà il dato strutturale decisivo nell’evoluzione della storia: il tempo, appunto. Forse il nostro approccio è eccessivamente lineare, e forse non rispecchia pienamente le aspettative di un pubblico di navigatori sulla rete, molti dei quali magari vorrebbero avere a disposizione tutto e subito.

Il sito da noi elaborato e realizzato richiede, invece, un poco più di pazienza e chiede al suo fruitore di accompagnarlo lungo l’asse del tempo. Poiché l’idea e la struttura del sito non sono di chi scrive (che per ragioni anagrafiche appartiene ampiamente a un’epoca pre-digitale), ma è invece frutto dell’ideazione di giovani trentenni o poco più, confidiamo che esso riesca comunque a intercettare un discreto interesse nel pubblico. I primi dati, relativi alla diffusione della prima puntata del sito (maggio 2014), ci confortano.

Chi ha realizzato il progetto e a chi è rivolto?

Lagrandeguerrapiu100.it è un progetto promosso e realizzato dal Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Trento, con il supporto della Fondazione Caritro, della Scuola di Studi Internazionali dell'Università degli Studi di Trento e dell’Assessorato alle politiche culturali della Provincia Autonoma.
Il progetto è stato ideato e viene realizzato da un gruppo interdisciplinare di giovani: storici, grafici e informatici. Attraverso la circolazione su internet e social network, si propone di coinvolgere anche un pubblico di non addetti ai lavori nel racconto della Grande guerra, di cui ricorre il centenario, con un’attenzione particolare per giovani e giovanissimi.

La principale chiave di lettura scelta è quella cronologica. In questo contesto avete adottato specifiche scelte periodizzanti?

Intendiamo raccontare i principali eventi della guerra (non solo quelli militari, ma anche quelli politici e con un’attenzione speciale per la società e per la cultura) seguendo il filo del tempo, ripescando un evento topico di cento anni fa, mese dopo mese, dal maggio del 2014 al dicembre 2018. Quindi, saranno in tutto cinquantasei puntate. Perché queste date iniziali e finali, che travalicano le dimensioni strettamente temporali della guerra? È presto detto. Poiché il nostro racconto vuole essere evenemenziale, ma allo stesso tempo anche riflettere la complessità delle vicende storiche, abbiamo ritenuto doveroso prendere le mosse dagli antecedenti, dalle cause – come si farebbe in qualsiasi buon manuale o in un qualsiasi corso di storia contemporanea. E quindi, nella puntata di maggio abbiamo messo a fuoco una delle cause di fondo della guerra, e a giugno un’altra: rispettivamente, la corsa agli armamenti e il focolaio balcanico, quale sfondo dell’attentato di Sarajevo. A dicembre 2018, forzando ancora una volta il rigido corsetto della cronologia, affronteremo invece le conseguenze della guerra, raccontando tutto d’un fiato la conferenza di pace di Versailles e il nuovo assetto geo-politico dell’Europa, con i suoi potenziali motivi di ulteriore conflitto.

Il sito si caratterizza per una pluralità di materiali utilizzati. Ciò ha implicato l'elaborazione di strumenti e di una struttura narrativa peculiari?

Ogni puntata sarà imperniata su un tema specifico, che verrà messo a fuoco attraverso una serie di materiali. Anche sotto questo aspetto il nostro tentativo è quello di percorrere strade originali, per cercare di suscitare interesse in un pubblico largo. A questo scopo, abbiamo ideato una miscela di linguaggi: in primo luogo, testi di racconto storico, scritti in modo accessibile e chiaro ma rispettando criteri di scientificità e correttezza storiografica. Poi, testimonianze scritte del tempo, che rispecchino i punti di vista soggettivi dei protagonisti, piccoli e grandi, dai generali agli intellettuali, ai soldati e ai civili nei fronti interni. Nella prima puntata abbiamo proposto alcuni brani di un importante, profetico libro del magnate russo-ebreo-polacco Ivan Bloch, che a fine Ottocento pubblicò un ponderoso studio sulla più recente evoluzione degli armamenti e delle tattiche di guerra, traendone la conclusione che una guerra mondiale sarebbe stata così costosa e sanguinosa, da indurre tutte le potenze a ritrarsi dall’eventualità di un suo scatenamento. Mai profezia fu allo stesso tempo così precisa e così recisamente negata dai fatti successivi. Nella puntata di giugno, invece, proponiamo una carrellata delle prime pagine di quotidiani di tutta Europa che danno la notizia dell’attentato di Sarajevo, e così via. D’ora in poi, per arricchire l’offerta di contenuti, la sezione delle testimonianze uscirà una decina di giorni dopo la messa online della nuova puntata.
Ampio spazio viene dedicato agli elementi grafici: in quasi tutte le puntate ci sarà una tavola creata per l’occasione da giovani artisti, per ritrarre e attualizzare i volti dei protagonisti e le vicende della guerra, usando magari l’arma dell’ironia. Ci saranno anche delle infografiche, anch’esse realizzate per l’occasione per riassumere con immediatezza i numeri della guerra: combattenti, caduti, perdite nelle battaglie più sanguinose, ma anche l’incremento degli operai nelle fabbriche o il crescente costo della vita per le famiglie dei civili. Infine, ciascuna puntata conterrà una galleria di immagini fotografiche. Queste sono state scelte per la loro valenza documentaria ed estetica; molte di queste fotografie sono tratte da libri e pubblicazioni dell’epoca. Ciò consente di avere esempi di come a quel tempo la fotografia venisse usata con scopi di documentazione, certo non neutrale, ma fortemente strumentalizzata dalle necessità politiche.
Tutti questi strumenti sono utilizzati puntata dopo puntata per proporre un racconto della guerra che tenga conto dei diversi livelli: dalla guerra italiana al coinvolgimento delle altre potenze europee, ma anche agli elementi extra-europei, che fanno della guerra un evento per la prima volta mondiale, le battaglie, ma anche le vicende politiche, i protagonisti più noti, ma anche quelli meno noti, che solo ai nostri occhi più avvertiti appaiono come protagonisti non meno dei grandi generali, degli intellettuali e degli statisti: la gente comune.

Ci saranno ulteriori sviluppi del progetto?

Da un lato vorremmo arricchire i contenuti con una parte dedicata a ricostruire i dibattiti storiografici relativi ai singoli temi che vengono raccontati in ciascuna puntata. Un sintetica ricostruzione delle principali voci della storiografia, con particolare attenzione per opere non disponibili in italiano, rappresenterebbe un interessante arricchimento soprattutto in chiave didattica. In secondo luogo, c’è l’ipotesi di dare vita a una versione cartacea di questo progetto, magari accorpando le puntate di sei mesi in fascicoli che verrebbero stampati. Certo, una versione cartacea richiederebbe un lavoro di riscrittura e di cucitura con un editing approfondito. Ma lasciamo questi possibili sviluppi al futuro.