Storicamente. Laboratorio di storia
Adriano Romualdi

Adriano Romualdi era il figlio di Pino, il leader missino ex vicesegretario del Partito fascista repubblicano nella RSI. Allievo di Del Noce e di De Felice, avviato alla carriera accademica, oltre che collaboratore di quasi tutte le riviste neofasciste degli anni Sessanta, soprattutto «Ordine Nuovo», fu anche promotore di numerose iniziative editoriali e autore di una nutrita bibliografia che simboleggiò il fulcro dell’humus culturale dell’ambiente della destra neofascista a cavallo fra gli anni Sessanta e Settanta. Romualdi può quasi sicuramente essere considerato uno degli allievi più originali di Julius Evola. Fu anche autore di un saggio monografico sul suo pensiero filosofico-politico [cfr. A. Romualdi, Julius Evola: l’uomo e l’opera, Roma, Volpe, 1979, prima edizione 1966], che rappresenta una vera e propria testimonianza del magistero esercitato dal filosofo della Tradizione presso tutta la cultura della destra radicale europea dopo il 1945.
Fra gli studiosi del neofascismo italiano, unanime è stato il riconoscimento del ruolo politico ed ideologico decisivo svolto dall’opera di Romualdi. Quest’ultimo, infatti, è stato ritenuto un «autore acuto» [M. Tarchi, Cinquant’anni di nostalgia. La destra italiana dopo il fascismo, Milano, Rizzoli, 1995, 105] e la «più forte intelligenza della destra radicale (non cattolica) italiana dopo Evola». [D. Cofrancesco, La destra radicale dinanzi al fascismo, in: AA.VV., Nuova destra e cultura reazionaria negli anni ottanta, Atti del convegno di Cuneo, novembre 1982, «Notiziario dell’Istituto Storico della Resistenza di Cuneo e provincia», n. 23, 1982].

Romualdi, inoltre, coltivando interessi che spaziavano dalla Konservative Revolution all’archeologia e alle culture indoeuropee, rappresentò negli anni Sessanta e nel decennio successivo – fino alla sua tragica morte avvenuta in un incidente stradale, nel 1973, a soli trentatré anni – un punto di riferimento  importante nella costruzione della “mappa” ideologica della destra radicale italiana.

Attraverso l’attenzione verso tutti questi temi così differenziati l’intellettuale perseguiva due obiettivi: svecchiare la destra radicale italiana, adeguandola alla nuova situazione storico-politica maturata in Italia e in Europa negli anni del secondo dopoguerra e, su un piano più generale, una riattualizzazione dell’esperienza del fascismo.

F. Germinario, Estranei alla democrazia. Negazionismo e antisemitismo nella destra radicale italiana, Pisa, BSF, 2001, 31-35.

Per una ricostruzione di parte neofascista della figura di Adriano Romualdi si veda AA.VV., Adriano Romualdi. L’Uomo, L’Azione, Il Testimone, (Atti del convegno di studi sulla figura e l’opera di Adriano Romualdi, nel trentesimo anniversario della scomparsa), Roma, Associazione Culturale Raido, 2003.